
Coltivazione Piante Piccanti
Le differenze tra coltivare il peperoncino in vaso o in campo aperto
La coltivazione del peperoncino è produttiva sia in vaso che in pieno campo. Ma le precauzioni da prendere sono diverse. Ecco come procedere a seconda della tecnica scelta.
Coltivare il peperoncino in vaso
Per coltivare i peperoncini in vaso bisogna prestare attenzione ad alcuni aspetti.
Primo fra tutti i frequenti rinvasi. Dopo la formazione delle prime foglie e la struttura della pianta, si consiglia di aumentare gradualmente le dimensioni del vaso. Questo fino alla semina finale.
Mettere una piantina in un vaso troppo grande ne rallenterà la crescita, poiché le radici hanno troppo spazio per svilupparsi. Versare in pentole di diametro sempre maggiore, invece, velocizza i tempi. Una progressione potrebbe essere la seguente:
- Germinazione in vaso da 5 cm.
- Prima svinatura dopo 45 giorni dalla semina in vaso da 12 cm di diametro.
- Secondo travaso dopo 15-20 giorni in vaso da 30-40 cm di diametro e 35-40 cm profondità.
In questo modo, ti assicurerai che le tue piante di peperone abbiano una crescita rapida ed equilibrata. Tieni presente che più l’ultimo travaso avviene in un vaso capiente, più le tue piante ne trarranno beneficio, in termini di crescita vegetativa e produttività.
In alternativa è possibile utilizzare concimi organici liquidi, con bassi titoli di azoto, fosforo e potassio. Questo non spingerà la crescita troppo lontano.
Per l’irrigazione dei peperoni in vaso è importante che il terreno sia ben umido nei periodi più caldi. Per aiutarti in questo, usa l’argilla espansa sul fondo del vaso nei vari trapianti per migliorare il drenaggio. Inoltre, un po’ di pacciame naturale con paglia sul bordo del vaso migliorerà il contenuto di umidità del terreno. Ciò eviterà anche che l’esposizione diretta alla luce del sole asciughi eccessivamente il terreno e lo indurisca. Questa cautela può essere di grande aiuto, poiché un terreno troppo duro può ostacolare lo sviluppo delle radici.
Coltiva i peperoncini in terra
Come abbiamo detto, il peperoncino è una solanacea, anche se un po’ atipica. Per questo motivo la coltivazione in campo è simile a quella di altre solanacee, come pomodori, melanzane, patate e peperoni.
La sua particolarità, a nostro avviso, risiede nella sua maggiore resistenza e adattabilità ai diversi ecosistemi in cui viene coltivata. Nella nostra esperienza personale non abbiamo mai visto colture di peperone attaccate da oidio o peronospora, le principali malattie fungine. La spiegazione potrebbe risiedere nell’origine “esotica” delle diverse specie. Infatti, nel loro codice genetico, queste piante hanno già l’adattabilità a situazioni di elevata umidità e alternanza di caldo e freddo. Questi elementi sono alla base di questo tipo di infestazione.
Se si decide di coltivare i peperoncini in giardino, un accorgimento da valutare nella messa a dimora della cultivar è mantenere le giuste distanze.
Una varietà Cayenne Long Spicy ha sicuramente bisogno di più spazio, e possibilmente di supporto, rispetto al Cornino Calabrese. Quest’ultimo può essere piantato con maggiore intensità. Pertanto le distanze possono variare da 20-40 cm sopra la fila, a 30-50 cm tra una fila e l’altra.
Pacciamatura
Fondamentale come sempre è la pacciamatura, che vi farà risparmiare molta acqua e manterrà le vostre piante più protette. Nella foto che vi proponiamo abbiamo utilizzato una pacciamatura naturale con tela di juta per una cultivar di peperoncino Cornino Calabrese.
Lotta biologica ai parassiti
L’atipicità della coltivazione dei peperoncini si manifesta anche nel basso livello di attrazione per i più classici parassiti da giardino. Ad esempio, afidi, acari e mosche bianche.
Con l’uso sistematico, congiunto e preventivo di macerato di ortica, infuso di aglio e macerato di pomodoro, è improbabile che si verifichino attacchi di parassiti.
Autoibridazione del seme
La coltivazione del peperoncino ha un’altra caratteristica molto speciale: è autofiorente. Ciò significa che non ha bisogno di insetti impollinatori che ne favoriscono la fecondazione. Ha inoltre una notevole capacità di ibridarsi con la pianta vicina e di sposarne in modo naturale le caratteristiche genetiche. Se vuoi preservare la specificità dei tuoi semi, dovrai piantare solo una varietà o mettere varietà diverse abbastanza lontano. Oppure, più complesso, per garantire che non avvenga l’impollinazione, tenendo i fiori coperti con una rete.
Molto più interessante, invece, è sfruttare questa capacità tenendo vicine tra loro piante di specie diverse. Se coltivati perenni, infatti, i peperoni acquisiranno via via caratteristiche uniche. Per questo sarebbe bene, e si può fare sul balcone, tenere una pianta madre da cui ricavare i semi.
Raccolta, conservazione dei semi e protezione invernale
La raccolta dei peperoni maturi avviene in un tempo variabile, a seconda della varietà scelta e quindi del ciclo della pianta.
Quando i frutti hanno il colore desiderato, puoi iniziare la raccolta. È già in questa fase che bisogna pensare alla conservazione del seme. Sono i primi frutti, infatti, i migliori per selezionare il tuo seme e conservarlo per la stagione successiva.
Le bacche selezionate devono essere portate a lunga maturazione e, una volta raccolte, subito aperte per ottenere i semi.
Una volta presi, lasciate asciugare i semi (ben areati) in un foglio di carta da forno. Dopo averli asciugati e asciugati, è possibile utilizzare la stessa carta o un contenitore sigillato per la conservazione. In questo modo avrai i tuoi semi autoctoni per poter coltivare peperoncini con sempre maggiore soddisfazione.
La pianta madre
La pianta madre del peperoncino alla fine del suo ciclo produttivo può riposare per l’inverno e rifiorire in primavera, diventando sempre più bella e resistente. Basta eseguire le operazioni di potatura ed eliminare i vecchi e più sfruttati germogli. Questo dà alla pianta il tempo di rigenerarsi. Naturalmente, la pianta deve essere protetta dal gelo. L’ideale sarebbe spostarlo in casa, operazione facile per le piante del balcone, ma, ahimè!, difficile per le piante del giardino.